- Veramente, - replicava il castellano di Rosate, - la ragazza gli sta più addentro che non crediate voi, e potrebbe bell'e darsi che a saperla in man d'altri s'infuriasse, s'imbestialisse ancor di più; ma io penso una cosa, che quella sua furia potrebbe prima di tutto rovesciarsi addosso a me perchè non abbia stornate le nozze!... Ma ce n'è un'altra: dice l'amico di aver inteso per aria, che gli sposi abbian tosto a fumarsela di qui, e andare chi sa dove: ecco che la sparizione della fanciulla ci fa restar minchioni. Marco o impazzisce davvero, e la dà pel mezzo precipitando sè stesso e noi in compagnia, o conserva punto punto di senno, e che ti fa? come avete detto voi, si getta nelle faccende di Toscana fino agli occhi, anche per tor via la mente da questi luoghi, la cui memoria non farebbe che crescergli il martello.
- Dunque alle mani, per non lasciar che il parentado si stringa, - disse Lodrisio.
- È subito detto; - rispose l'altro, - anche lui nel congedarmi quando fui a Lucca mi ripicchiò nelle orecchie questa canzone, ma poi non vuole che Ottorino s'abbia a toccare...
- Quanto a codesto, vedremo quello che ci tornerà, e tu in ogni caso starai a detta mia.
- Io son qui, ma... se...
- Patti chiari; lascia da banda codesti arzigogoli; chi vuol correre sulla mia strada, non deve aver paura di traghetti e di scorciatoie.
- Eh! non mi tiro indietro io; i dubbi non li metto fuori che prima di fermare il partito; quando poi si tratti di mandarlo ad effetto, vedrete che non son uomo da ciance: è poco tempo che mi conoscete, e finora non ho potuto.
| |
Rosate Toscana Lodrisio Lucca Ottorino
|