Fu stabilito che gli sposi si sarebbero messi in viaggio per Castelletto la mattina del dì dopo. Or chi potrà ridire i trepidi consigli interrotti da baci e da carezze, che la madre veniva dando alla sua figliuola in quell'ultima giornata, in quell'ultima sera? e le affannose promesse ricambiate fra loro con tanta fede, le quali non doveano adempirsi? Chi potrà significare con che parole, con che lagrime ambo i parenti mettessero la loro cara fra le mani dello sposo, con che affetto la raccomandassero a Lupo e a Lauretta, che doveano accompagnarla in Terra Santa?
Venuto il giorno e l'ora determinata, dopo molto tornar negli amplessi, dopo un lungo iterar di baci, la fanciulla, ferma in vista, strappossi finalmente dal collo della madre; e lasciando lei tutta in lagrime e in singhiozzi, prese le scale, corse precipitosamente nel cortile, salì il palafreno preparatole, e s'incamminò. Ottorino, Lupo, Lauretta, e due scudieri del Conte che doveano scortar gli sposi fino a Castelletto, montati prontamente sulle loro cavalcature, le si miser dietro. Ella trovò sotto l'androne il falconiere e la sua donna, che stavano ivi aspettando per salutar tanto lei quando i loro due figliuoli; ma in quel momento fu così spaventata dal pensiero d'aver a sostener un nuovo assalto di tenerezza e di pietà, provò una sì forte smania d'esser fuori a un tratto da quelle sue mura, d'esser lontana dalle persone, dalle quali si staccava con tanto spasimo, che, chinando il volto sul petto, passò loro dinanzi correndo come se fuggisse, senza poter neppur rispondere addio.
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