... e anche qui non è cattivo, a dirla; ma è un po' ruvido.
Il castellano l'interruppe domandandogli: - Che cosa ti ha detto prima di congedarti?
- Ti ha detto?... niente ti ha detto: ti ha detto: bevi un fiasco alla mia salute; e io l'ho bevuto: e qui poi ne ho mandati altri due a tener compagnia a quel primo, e tutti alla sua salute, che è un buon cavaliere, e non ha il granchio alla scarsella come qualcuno che so poi io, che non gliene cascherebbe mai un maladetto.
- Di' un po', Mastino, bada a me, e c'era qualcun altro con lui?
- Non l'ho già detto che c'era io?
- Dico se c'era alcun altro?
- Sì, c'era alcun altro.
- E chi?
- Oh bella? c'era lui.
- Lui? chi è questo lui?
- Lui, quel cavaliere: che il diavolo ti porti, chi ci avea da essere? so molto io!
Il Pelagrua, curvandosi nelle spalle, si rivolse a Bice come se volesse dire: - Vedete anche voi che costrutto se ne può cavare -. Ma quella poveretta, che avea pur tanto desiderio di saper qualche cosa del suo sposo, disse al castellano: - Via, cercate di fargli intendere se gli abbia detto ch'ei venga questa sera.
- Mi proverò, - riprese il traditore; e preso per un braccio il compagnone, gli diede una forte strappata, gridandogli sotto al muso: - Voltati in qua, che vai guardando verso mercoledì? - poscia gli domandò: - Quel cavaliere ha detto che verrà stasera?
- Quest'altra! - saltò su il mascalzone dando in una grossa e sconcia risata, - dice che è sera! - Si trasse due passi indietro, stese un dito mal fermo verso il Pelagrua, ripiegandosi sulle gambe, e ondeggiando sempre, e gridava con voce rantolosa e avviluppata: - dice che è sera, quando non è ancor vespro: uh! va via lasagnone! ti compatisco chè ti gira la memoria: vergogna! esser in cimberli a quest'ora!
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Mastino Pelagrua Bice Pelagrua
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