Giovanette innamorate,
Garzoncelli e donne e vecchi,
Che il cervello appigionateAll'umor che se lo becchi,
Ricchi, e al verde di contanti,
Qua venite tutti quanti.
La ribeca del giullareScaccia il baco e la malìa,
È per l'uggia salutare,
Pel martel di gelosia:
Ricchi, e al verde di contanti,
Qua venite tutti quanti.
Uscì della porta e voltò dietro un rivellino, sicchè non si poterono più intendere le parole.
Passati i tre giorni senza che ne venisse lume, i nostri poveri tribolati tornarono a Milano; ma il Tremacoldo frattanto non avea dormito. La prima cosa andò difilato alla bottega dell'armaiuolo che gli avea venduto il pugnale; e sotto ombra di voler comperare un'intera armatura per un cavaliere, d'uno in un altro discorso se lo condusse in una taverna: ivi vuotando un fiasco in compagnia, quando l'ebbe visto un po' alticcio, e che era sul cicalare, cominciò dalla lontana, facendo sempre l'indiano, a tastarlo, a dargli intorno alle buche, tanto che l'ebbe condotto a versare tutto quello che avea dentro, a sgocciolare il barletto, come suol dirsi.
Il compagnone avea avuto quel pugnale da vendere in compagnia di altre bazzecole; l'avea avuto da un suo parente, vassallo e fattore di certe monache che stavano a Rescaldina, al qual parente era toccata quella roba per sua porzione del bottino fatto sopra non so che cavalieri stati pigliati una notte: che cosa poi fosse dei prigioni non poteva dirlo, perchè non lo sapeva.
Con quell'avviamento il Tremacoldo avrebbe voluto correr subito per andar innanzi colla scoperta: ma come presentarsi al fattore? come entrargli in tali novelle senza dargli ombra?
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