- Tu piangi, poveretta? da una banda ti compatisco; gli hai voluto bene per tanto tempo, e dovertelo cavar dal cuore! ma che vuoi? bisogna pure accomodarsi alla necessità... l'amore passa, vedrai che con un po' di tempo... credilo a me, passerà, passerà... E poi ti parlerò chiaro; se tu gli vuoi bene davvero, prima di tutto ti deve premere di salvarlo: dico giusto? or dunque sappi che la sua vita e la sua morte stanno in tua mano.
- Oh che dite mai? - sclamò Bice colpita da un nuovo spavento, - e posso lo prestar fede alle vostre parole? e non si asconde sotto di esse un qualche inganno? abbiate pietà di me! abbiate pietà di questa derelitta tormentata! Ditemi il vero; vedete (e così dicendo congiungeva le palme innanzi al petto), io ve ne prego con quell'angoscia con cui negli ultimi istanti della vita supplicherete anche voi il supremo Giudice di essa perchè vi faccia degno del suo perdono; esaudite questa mia preghiera, come vorrete che Egli esaudisca la vostra in quel tremendo istante; ditemi, per la salute eterna dell'anima vostra, o per la sua eterna dannazione, ditemi s'egli è reale codesto pericolo di Ottorino, e quel ch'io possa fare per salvarlo.
Il briccone, che non era più briccone di quel che consentisse il suo secolo, e che credeva però in Dio e in una vita futura, a suo modo, già s'intende, ma vi credeva, non potè a manco di sentirsi un po' scosso da quelle parole, porte con una voce e con un atto, che parea tener qualcosa dell'ispirato. Dopo qualche momento ch'egli impiegò nell'apostrofare interiormente sè stesso per farsi vergogna e coraggio, rimesso un po' della prima baldanza, lasciato da banda il tu, che gli parve allora troppo sfacciato, e non ci era verso che gli si volesse accomodar più nella bocca, rispose con visibile esitazione:
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Bice Giudice Ottorino Dio
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