Pagina (413/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Ma per che ragione colui l'avea con me?
      - Non ne so nulla.
      - Come, non ne sai nulla?
      - No, non ne so nulla; potete darmi la morte, ch'io non ne so nulla: è venuto stanotte alla mia casa, e m'ha detto: vieni che c'è da guadagnare un fiorin d'oro; ma del rimanente io non so nulla; e fra le altre cose non so nemmanco chi vi siate neppur voi.
      - Bravo! e venivi così piacevole e consolato a scannare uno che non sapevi chi si fosse?
      - Misericordia! avete ragione; potete far di me quel che volete; ma vi raccomando i miei bambini... Credetemi che è stato per la fame: in questi anni sì scarsi, il vedermeli morir innanzi agli occhi d'inedia...
      Lupo si trasse di tasca un fiorin d'oro e gittandoglielo per terra, gli disse: - Non per te, briccone, ma pei tuoi figliuolini; e bada che se t'avessi agguantato mezz'ora fa, coteste ragioni non t'avrebber salvata la pelle: or va, e ringrazia il tuo santo protettore. - Ciò detto, tôrse la briglia e tornò al suo cammino, nè gli accadde più altro in quel viaggio che meriti d'esser narrato.
      Giunto a Lucca, vide un nugol di gente in volta per le strade a far chiasso, e indovinò che quello voleva essere un sollevamento di popolo. Quanto più andava innanzi, e più sempre cresceva la folla, lo scompiglio e lo schiamazzo; dappertutto armi e scale che si agitavano in aria; di tanto in tanto, in mezzo a quel rombo cupo e sinistro di una moltitudine agitata e tumultuante, che somiglia al mormorio tempestoso delle onde, si distingueva il martellare d'una campana, e qualche grido di morte, a cui la folla rispondeva con lunghi ululati di gioia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Lucca