Ad ogni lieve fruscio, ad ogni agitarsi d'aria, ad ogni ombra che si movesse, egli diceva: - È dessa, - e un freddo brivido gli correva per tutta la persona.
Ma non istette a lungo in quella trepidazione; chè vide aprirsi pian piano un uscio di fronte, e farglisi incontro una donna tutta vestita di bianco, allentata il fianco, non però discinta, colle chiome incomposte, ma senza disordine: una lieve fiamma le coloriva il volto, e si vedea che v'era stata chiamata da una straordinaria perturbazione a velarne momentaneamente il pallore abituale, che traspariva tuttavolta di sotto a quel velo mutabile e fuggitivo: negli occhi gonfi e rossi per le lunghe veglie, pei lunghi pianti, brillava un tenue raggio di speranza, intorbidato da un recondito sbigottimento.
Il Visconte a tutta prima non riconobbe risolutamente Ermelinda, tanto l'età e più di essa i patimenti l'avean mutata da quella d'una volta: e quantunque al vedersela comparir dinanzi in quel luogo, coll'angoscia che mostrava, avvisasse troppo bene non poter esser ella altra che la madre di Bice, non s'assicurava però di volgerle la parola, e stavasi come fra due; quando la donna, che si era fermata a qualche passo da lui; aprendo onestamente le braccia, cogli occhi rivolti verso terra disse:
- Siete voi?
Era quel dolce suono, quella voce soave, quella celeste armonia che soleva già inebbriarlo da giovinetto: egli balzò in piedi come smemorato, e direi quasi pauroso, affisò nuovamente in volto alla donna gli occhi attoniti, cercandovi, e sperando quasi in quel primo istante di frenetichezza di trovarvi ancora la beltà, l'incanto, quel raggio d'amore che fu per tanti anni la face del viver suo, e la cui memoria soltanto avea potuto in quella età già matura condurlo a delirare ancora per Bice; ma ravveduto poi tosto, abbassò il guardo, e ristette in aria contristata senza risponder parola.
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Visconte Ermelinda Bice Bice
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