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      Come sta ella? che cosa dice? che cosa fa?
      La donna invece di rispondere si coperse il volto con ambe le mani, e diede in un pianto dirotto.
      - Oh Dio! - gridò Marco mutando tutto ad un tratto quell'aria di contenta sollecitudine in un'aria di spavento e di desolazione - Che è di lei?... dite, ditelo subito... ditelo per la vita vostra; - e intanto le aveva afferrata una mano.
      - Non si trova più, - rispose la castellana con voce soffocata e rotta dai singhiozzi, - nelle sue stanze non c'è più.
      - Vile canaglia! infami e traditori tutti! - si mise a gridar Marco, come un indemoniato. - Ma ringrazio Dio, che siete in mia balìa: scellerati! sì, siete in poter mio, e il sangue sarà pagato col sangue. - Intanto dandosi d'una mano nella fronte, stringeva coll'altra quella della donna, la quale, credendosi venuta all'ultimo istante del viver suo, volgeva gli occhi al cielo in un atto di sì trepida pietà, che avrebbe mosso a compassione ogni più duro cuore.
      Il Visconte ne fu toccato, lasciò andare la mano della castellana, e la guardava in volto, mentr'ella, levando al cielo quella mano fatta livida dalla forte stretta del pugno di lui, diceva piangendo pur sempre: - Iddio m'è testimonio: sono innocente!
      - Ed io ve lo credo, - disse Marco. - Buona donna, rassicuratevi, non abbiate punto sospetto di me. - Ma vedendo che ella non cessava dal piangere, ripigliando tosto un tuono più risoluto e impaziente: - state su dunque, su, vi dico, e raccontatemi tutto che sapete. -
      La donna mezzo confortata, mezzo paurosa, disse dell'uscio che avea trovato chiuso, del bussare e del gridare inutile che vi avea fatto intorno; di che il Visconte entrò in qualche speranza che Bice potesse pur trovarsi ancora nelle sue camere, e che per sue ragioni non avesse voluto nè aprire, nè rispondere.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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