Ma tutto ad un tratto l'augusta quiete che regnava là dentro, vien rotta da un fragore di passi concitati che salgono la scala: tutti gli sguardi si rivolgono verso l'uscio; la castellana levandosi in piedi si fa incontro a due persone che vi si affacciano, e ricambia alcune parole; l'uno dei vegnenti si ferma sul limitare, ma l'altro avventandosi nella camera si precipita ginocchione a piè del letto, ne stringe e bacia le coltri, e le innonda di lagrime.
Ermelinda, il Conte, Lauretta, conobbero tosto Ottorino; gli altri l'indovinarono.
Il giovane arrivava allora allora dal castello di Binasco in compagnia di quell'uomo, in nome del quale v'era stato tenuto prigione, e che era corso in persona a liberarlo.
La morente, scossa da quel subito trambusto, aperse languidamente gli occhi, e senza essersi potuta accorgere del sopravvenuto, chè gli altri standole d'intorno gliene toglievan la vista, domandò che fosse.
- Rendete lode a Dio, - sclamò il confessore intenerito, - avete accettata dalle sue mani l'amarezza, l'avete accettata con pace, con riconoscenza; accettate collo stesso animo la gioia che ora vi vuol dare, e tanto quella che questa vi sarà attribuita a merito.
- Che?... Ottorino?... - disse l'agonizzante facendo un ultimo sforzo per profferire quel nome.
- Sì, il vostro sposo, - ripetè il sacerdote, e accostatosi al giovane, lo fece levare in piedi e lo condusse presso di lei. Bice gli fissò in volto gli occhi lampeggianti d'un raggio che stava per ispegnersi, e gli stese una mano, sulla quale egli chinò la faccia tramutata, ma non più lagrimosa.
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