E che vuol dire ciò? Vie diverse possono condurre a risultati egualmente grandi, come già dissi in un discorso su Marcelin Berthelot, il quale non ammetteva la teoria atomica; i grandi geni hanno le proprie teorie, più o meno perfette, più o meno generali, poco importa. Scheele aveva il vero intuito chimico, il vero criterio, il vero senso della chimica; e questo è tutto.
La fama di questo chimico va sempre più ingrandendo perché egli ha fatto numerose e importanti scoperte che interessano anche i problemi moderni; i suoi lavori sono fatti con una esattezza non mai superata. Leggendo le sue opere vi si trova sempre qualche cosa di nuovo. Forse in un altro lavoro, più esteso, riprodurrò alcune delle sue principalissime Memorie e darò la bibliografia completa di quanto egli ha pubblicato e delle ricerche inedite.
CARLO GUGLIELMO SCHEELE nacque il 9 dicembre 1742 a Stralsund, in Isvezia, città della Pomerania svedese, ora prussiana; morì a Köping il 26 maggio 1786, cioè a soli 43 anni. Suo padre, Christian Scheele, era un modesto mercante e la madre chiamavasi Margarita Eleonora Warnekross. Guglielmo era il settimo di undici figli. Frequentò prima il ginnasio del proprio paese ma profittò poco delle lingue classiche antiche. Conosceva bene il tedesco e benchè abbia sempre vissuto in Svezia scrisse quasi tutte le sue Memorie in tedesco. I maestri lo tennero per un dappoco; ma dimostrò molto presto una spiccata tendenza per le scienze sperimentali esatte, e dietro consiglio di suo padre s'avviò alla carriera farmaceutica.
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