Nella sua gioventù (scrive Wurtz) lo Scheele apprese la farmacia a Gothenburg e l'ha esercitata per 23 anni in diverse città, prima come aiutante o commesso, poi come padrone, ma sempre in una situazione più che modesta
(Introd. à l'étude de la Chimie, pag. 39).
Ai tempi di Scheele, e ancora molti anni dopo, la professione della farmacia conduceva essenzialmente allo studio della chimica e delle scienze naturali in genere. Sono infatti stati in origine farmacisti non solamente Lémery, Bayen, Scheele, Vauquelin, Dumas, Balard, Liebig, Pelouze, Caventou, Piria, Malaguti, Selmi, Buchner, Wiuckler, Berthelot, Moissan e tanti altri chimici, ma anche Œrstedt, Poggendorff, Wilhelmy, ecc.
Si, comme Scheele (scrive Ostwald), Berzelius avait été forcé de faire ses recherches dans une pharmacie de village et d'y compromettre de bonne heure sa santé, il n'aurait pu produire autant, et la Suède n'aurait pas eu en Europe la situation scientifique qu'elle atteignit
(2).
Questo è vero sino ad un certo punto, ma anche Berzelius ha lavorato e prodotto immensamente con mezzi modestissimi, come era possibile fare in quel tempo.
Essendo stata nel 1765 venduta la farmacia ove praticava lo Scheele, questi andò a Malmöe presso il farmacista Kjellström e fu in questo periodo (1765-1768) che potè meglio studiare la chimica. Kjellström, a cui piaceva molto la chimica sperimentale, dimostrò grande simpatia per Scheele, il quale tanto amava la sua scienza che spendeva la maggior parte del suo stipendio nell'acquisto di libri e di oggetti scientifici.
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