Il Kjellström conobbe in Scheele uno studioso che dimostrava un'applicazione e delle disposizioni straordinarie; egli dice che Scheele aveva l'abitudine di tutto criticare quanto leggeva e che spesso diceva: "ciò è possibile", oppure "ciò è falso" od anche "io studierò ed esaminerò questa questione".
Egli aveva l'abitudine di ripetere tutte le esperienze che trovava descritte nei libri di chimica che studiava, e così arricchì la sua mente di molte cognizioni pratiche ed ebbe occasione di correggere molti errori.
Io ho l'abitudine (scriveva) di non credere a nessuna asserzione di chimica prima di averla verificata con saggi ed esperimenti miei personali
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In questo tempo strinse amicizia con A. I. Retzius, professore di Scienze naturali, Economia e Chimica nell'Università di Stockholm.
Scheele aveva, dicesi, una memoria straordinaria; egli non dimenticava nulla di quanto aveva letto riguardo i suoi studi prediletti. Fu a Malmöe che egli studiò il sale di acetosella e scoprì l'acido ossalico. Il lavoro sull'acido ossalico e quello sull'acido tartarico furono da lui mandati a Bergman perchè li presentasse all'Accademia delle Scienze di Stockholm, ma Bergman dichiarò al Retzius che in queste Memorie non vi era nulla di nuovo. Allora Retzius ripetè le esperienze di Scheele e nel 1770 presentò all'Accademia la Memoria sul tartaro e l'acido che contiene, ove appunto dichiara che fu Scheele lo scopritore del nuovo acido del tartaro.
Fu in questo periodo che da sè potè imparare la chimica.
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