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      Il Clève nella sua biografia di Scheele afferma che il sommo chimico fu seppellito nel cimitero di Köping, ma che è incerto il luogo preciso della sua tomba.
      La sua grande scienza, scrive sir W. Ramsay, la sua straordinaria abilità sperimentale e la sua grande potenza intellettuale lo pongono al primo rango degli scienziati del suo tempo
      .
      Scheele apparteneva al culto luterano; era credente ma non fanatico; egli vedeva nella religione riformata un qualche cosa di meglio che non l'antico cattolicesimo corrotto del secolo XVI. Faceva il bene per il bene, per affetto umanitario, per dovere di fratellanza umana. In tutta la vita modesta di quest'uomo spira un'aura di bontà che spinge ad ammirarlo.
      Il pastore Ahlström afferma che lo Scheele era cristiano nel vero senso della parola e "qu'il s'efforçait plus de l'etre que de le paraître" (Clève).
      Scheele amava la scienza per la scienza; era modestissimo ed ebbe il coraggio di vivere nell'oscurità, solitario.
      Egli, se non era povero, non era nemmeno ricco e fu quindi obbligato di destinare una parte della sua attività intellettuale a lavori giornalieri, non lievi, per vivere.
      Taluni biografi, osserva il Nordenskjöld, cercarono inutilmente di elevare la grandezza di Scheele circondandone la vita di un'aureola di povertà. Ciò non è esatto. Economo, alla sua morte possedeva, come lo prova l'inventario, non solo la farmacia non gravata di debiti, ma ancora una casa ed una modesta fortuna, e nelle sue lettere non si lagna mai d'imbarazzi pecuniari, nè, di mancanza di mezzi per compiere le sue esperienze; esperienze tuttavia, che, a vero dire, non richiedevano mai grandi spese.


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Biografia di Carlo Guglielmo Scheele
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1912 pagine 81

   





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