Schultze confermò le esperienze di Scheele. Invece dell'acido solforico egli usava anche gli acidi muriatico, o nitrico, o fluoridrico (Expériences et Observations sur l'éther; Mém. de Stockholm, 1782 e Mém. de Chim., t. II, pag. 105).
In modo analogo preparò per la prima volta l'etere benzoico (1782) per azione dell'alcol sull'acido benzoico in presenza di acido muriatico.
Egli preparò l'etere acetico anche distillando una miscela di acetato di piombo con acido muriatico e spirito di vino. Scheele ò dunque il vero scopritore dell'etere acetico.
Scheele, scrive Thenard, è stato il solo chimico sino al 1807 che si sia occupato della eterificazione degli acidi organici in presenza di acidi minerali forti. Egli notò che gli acidi acetico, benzoico, tartarico, citrico e succinico, non formano degli eteri coll'alcol puro. E dalle sue esperienze fatte, aggiungendo dell'acido solforico o dell'acido cloridrico o nitrico, ne concluse:
1) che l'acido acetico e l'alcol producono con uno dei tre acidi minerali un etere che decomponendosi facilmente colla potassa dimostra di contenere dell'acido acetico (etere acetico);
2) che l'acido benzoico e l'alcol formano coll'acido muriatico una specie d'olio più pesante dell'acqua, che decomposto colla potassa dà dell'acido benzoico (etere benzoico);
3) che non si ottiene nessun prodotto particolare trattando una soluzione alcolica di acido tartarico o citrico o succinico, sia coll'acido solforico, sia coll'acido nitrico, sia coll'acido muriatico.
Queste esperienze furono estese, confermate e completate dal Thenard in una Memoria: De l'action des acides végétaux sur l'alcol, sans l'intermède et avec l'intermède des acides minéraux (Mém. Soc. d'Arcueil, 1809, t. II, p. 1).
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