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Quest'ultimo periodo sembra essere del direttore del giornale e non di Scheele, il cui nome in questa nota è scritto erroneamente Chéel.
Questa nota, contenuta nel giornale Observations sur la phys. dei 1777, non trovasi nelle Mém. de Chim. Di Scheele, nè nelle Phys. u. Chem. Werke, nè è ricordata dagli storici della chimica, se si eccettui dal Nordenskjöld.
Che la proposta di estrarre il fosforo dall'acido fosforico delle ossa si debba veramente a Scheele risulta però anche da quanto scrive il Jagneux nella sua Histoire de la Chimie, t. I, pag. 637:
Nel 1774 Gahn constatò la presenza dell'acido fosforico nelle ossa e Scheele indicò un metodo comodo per ricavarne il fosforo, nel 1775, nella Gazette sanitaire de Bouillon. Scioglieva le ossa calcinate nell'acido nitrico diluito, precipitava la calce con acido solforico, filtrava ed evaporava separando con cura il solfato di calcio che si precipitava. Mescolava poi il liquido sciropposo con carbone in polvere, disseccava e calcinava in una storta di grès. Questo processo fu poi modificato vantaggiosamente da Nicolas e poi da B. Pelletier
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Anche il Fourcroy (Système des connaissances chimiques, t. I), scrittore di quel tempo, dà il merito della scoperta a Scheele.
(16) Si veggano alcuni osservazioni di Guyton Morveau nel t. II, pag. 18 delle Mémoires di Scheele, tradotte appunto sotto la direzione del Morveau stesso.
(17) Manière de préparer une nouvelle couleur verte (Mém. Acad. Stockholm, 1778 e Mém, de Scheele, t. I, ag. 261).
(18) Essai sur la molybdène (Mém. Acad.
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