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      Ma questa decadenza, esagerata(4) da molti scrittori, era essenzialmente letteraria ed artistica, relativamente al secolo precedente. In tutto il resto dello scibile fu un secolo di reale progresso. Non avevamo più, è vero, i grandi letterati ed artisti, ma fiorirono i pensatori, i grandi scienziati, che ci portarono gloria immensa e duratura. Vi fu un momento in cui nella sola Università di Pisa si trovarono: Borelli, Malpighi, Redi, Stenone, Bellini. Certo, è ancora un problema la coesistenza di tanto sapere in pochi individui, e lo stato della cultura generale e la miseria politica della nostra patria, sotto l'ignominioso dominio spagnuolo, che tanta corruzione ci ha portato.
      In presenza dei grandi problemi che allora si discutevano, quali sono: la circolazione del sangue, le leggi del moto degli astri e degli animali, la generazione degli esseri viventi, la intima struttura dei più importanti organi, e tanti e tanti altri che per brevità taccio, a che si riducevano le dispute letterarie sui versi vacui di alcuni scrittori di poesie, come l'Achillini, che scriveva al Re di Francia: il Mondo servirà come proiettile ai tuoi cannoni? Servivano a ricevere dei magnifici doni dal Cardinale di Richelieu. Nel secolo di Galileo, di Borelli, di Malpighi si creò quella filosofia che propriamente si deve chiamare filosofia naturale e che non può, nè deve essere professata da quei soliti filosofi dei quali Adamo Smith giustamente diceva che: il loro mestiere è di far nulla e di ragionare di tutto.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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