È un'opera con fondamento serio, come quelle di Biringucci, di Ant. Neri, di Angelo Sala, senza gli arzigogoli dell'alchimia.
L'opera del Canepari è particolarmente importante per la chimica minerale e per gli inchiostri. In quest'opera è già ricordato il modo di far rivivere i caratteri poco visibili sulla carta, mediante la tintura di noce di galla.
Molte notizie sui colori usati dagli antichi nelle arti, sui minerali, sui preparati chimici, ecc., si trovano nell'opera di Ferrante Imperato: Dell'Historia Naturale, Napoli 1590. E anche questo un libro interessante che raccoglie molte notizie della chimica del suo tempo, ma è di molto anche esso anteriore al tempo del nostro Guglielmini.
Antonio Neri, prete fiorentino e chimico tecnico di gran valore, è pure anteriore al Guglielmini. La sua ora classica opera: L'arte vetraria distinta in libri sette; nei quali si scoprono maravigliosi effetti e si insegnano segreti bellissimi del vetro nel fuoco ed altre cose curiose, fu pubblicata a Firenze nel 1612, ed egli morì nel 1614. Questa opera ebbe molte edizioni e traduzioni(23).
Nel 600 l'alchimia era ancora molto in onore: la pietra filosofale, la panacea universale, il grande elixir, il gran magistero erano potenze di cui si valevano molti furbi e bricconi per ingannare il prossimo. Del resto anche oggi vi sono tanti mezzi per frodare il pubblico, che anche senza l'alchimia se ne sentono ugualmente gli effetti.
Come si scorge, le migliori opere italiane di chimica di quel secolo sono quasi tutte anteriori di molto ai tempi di Guglielmini.
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