Così, ad esempio, nel vol. II, pag. 10, scrive: "Fin però dal 1697 il Guglielmini, nel suo libro della Natura dei fiumi (che è un tesoro di idraulica sapienza), lasciò scritto com'elle, le acque correnti, possono essere più veloci sì in superficie che nel mezzo e nel fondo". A pag. 11 accenna al pendolo idrometrico semplice del Guglielmini.
Il Nazzani discorre a lungo del Guglielmini nel capitolo Scale di deflusso(40), e lo stesso professore sino dal 1878 scrisse una Memoria sulle Scale di deflusso del Castelli e del Guglielmini(41).
Le ricerche del Guglielmini sulla misura delle acque furono poi seguite da quelle di Zendrini (1717), di Manfredi (1723) e di Michelotti (1767).
Dell'opera idraulica del Guglielmini discorre con grande elogio Elia Lombardini nei suoi Studi idrologici e storici sopra il grande estuario adriatico, ecc.(42).
Anche oggi nelle scuole di idraulica per gli ingegneri, ecc., il nome del Guglielmini non è mai passato sotto silenzio.
Nella Bibliografia, a pag. 469-470, discorro ancora dei lavori idraulici del Guglielmini.
Non essendo questa parte dell'opera del Guglielmini di mia competenza, credo bene non dirne di più.
2) Ricerche di chimica e di cristallografia.
Dei salie della loro forma cristallina.
Il Guglielmini è stato il primo ad emettere delle idee chiare intorno alla cristallizzazione di quelle sostanze che diconsi sali, e che allora erano principalmente: il nitro, l'allume, il sal marino, il sal gemma, il vetriolo di ferro, il vetriolo di rame ed il sale ammonito, cui aggiunse anche il tartrato acido di potassio (tartaro) e lo zucchero.
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