Per la chimica sono particolarmente importanti queste sue ricerche sui sali. Qualcuno potrà dire: come trovate voi della chimica in Guglielmini che si è occupato di astronomia, di medicina ed essenzialmente di idraulica?
In quei tempi la chimica si annidava dappertutto. Un astronomo, un medico, un fisico, un alchimista, un naturalista poteva fare delle osservazioni utilissime anche alla chimica. Allora le scienze non erano specializzate.
Del resto le scienze si infiltrano l'una nell'altra e si intrecciano; tutto dipende dall'ampiezza del cervello di chi le coltiva. Pasteur, chimico e cristallografo, ha rivoluzionato la medicina; Darwin, naturalista, ha fatto lo stesso nella filosofia; Liebig, chimico, per l'agricoltura e la medicina.
Le idee del Guglielmini nacquero nella sua mente appunto quando nella seconda metà del secolo XVII si manifestò il concetto dell'infinitamente piccolo, tanto nelle matematiche, quanto nella divisibilità della materia, e allorchè specialmente per opera di quel genio che fu Alfonso Borelli si cominciò ad applicare la meccanica allo studio dell'organismo animale. L'opera del Guglielmini uscì tutta dal suo cervello e si produsse in quel glorioso periodo in cui si cominciò da Marcello Malpighi, da Leeuwenhoek e dallo Swammerdam ad applicare con splendidi risultati il microscopio allo studio dei fenomeni naturali. La cultura matematica condusse il Guglielmini a conoscere e ad apprezzare l'opera del Cavalieri sugli indivisibili(45) e la sua cultura anatomica, ed il contatto del Malpighi lo condussero pure al concetto delle minime parti costituenti la materia.
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