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      1. cap. 20.], e lo stesso conferma il Berigardi del Sale commune, dal quale Si opera repetita totus spiritus educatur, nihil omnino Salis remanebit, sed terra dumtaxat infulsa, quam si centum annis excoquas, non efficies salsam [Circul. Pisan. pag. 5.]; Dal che si raccoglie, che lo spirito acido altro non è, che le parti del Sale fisso, poscia volatilizato, ò per dir meglio, sminuzzato dal fuoco, sciolte, come vi diceua, nell'acqua prima nascosta ne' pori del Sale, dal quale si caua. Che se con qualche artifizio verrà leuata l'vnione ben stretta, che ne' spiriti acidi acquista il Sale coll'acqua, che è l'istesso che dire, se si farà passare il Sale dallo stato di fusione, a quello di fissazione, subito si renderà questo atto a cristallizarsi nella sua propria figura perdutane colla fusione l'acidità, e racquistato il suo natural sapore; Onde osserua il famosissimo Boile, dal capo morto, che resta, doppo auere distillati vnitamente buona porzione d'oglio di Vitriolo colla soluzione ben forte di Sale marino, farsi i cristalli dell'vno, e dell'altro, e dal mescolamento dello spirito di Orina con quello di Nitro risultarne i cristalli dell'vltimo. Che però anche da ciò si manifestano le porosità de' Sali cisterne dell'umore acquoso, che da esse si distilla. Non è dunque diffetto il lasciare spazj vuoti ne' cristalli salini, anzi più tosto inuiolabile necessità.
      Più considerabile, a prima vista, è la prima delle obiezioni proposte; mà ridotta, che ella sia a'suoi principj, si vedrà quanto poco ella ferisca il mio assunto.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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