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      Da allora in poi io non mi diedi requie, e anche altri miei colleghi, per mia esortazione, ribadirono con moltiplicati esperimenti le basi del raziocinio, sia riguardo ai grossi cristalli che ci vengono dalle miniere, sia riguardo alle speciali e più modeste cristallizzazioni ottenute nei nostri gabinetti, sia riguardo alle acque impregnate di sali, sia finalmente riguardo ai depositi residuali dei sali dopo disseccate le gocce di quelle acque stesse, le une e le altre cose passate all'esame di microscopii sceltissimi; e benchè insorgessero parecchie difficoltà, tuttavia, detrattane qualche parte e valutatone esattamente il valore, risultò che le osservazioni fatte ultimamente non solo riconfermavano, ma anche completavano le precedenti, e, ciò che è più, le illazioni, che ne risultavano, ricevevano da quelle una luce sempre maggiore; talchè, a me almeno, non resta più alcun dubbio che in ogni sale siavi fino dalle origini una figura propria immutabile, quasi a mo' di forma, impressagli nella prima origine delle cose da Dio Ottimo Massimo, dalla quale derivino le proprietà di ciascun corpo, come dalla miscela di cose diverse e dal grado e dalle differenze del moto vibratorio derivano le anomalie osservabili nelle cristallizzazioni, senza che si verifichino le varie proprietà ed azioni dei sali composti.
      Io non pensava dunque di aggiungere altro alle cose già dette, sperando che probabilmente uomini dottissimi si sarebbero assunto il compito di approfondire un argomento di tanto peso, e ciò con diligenza, dottrina e sottigliezza maggiore di quanto avrei potuto far io; ma quando ai primi consigli del celeberrimo D. Pietro Ottone, professore a Leida, tu, o illustre ed eccellentissimo Signore, e l'insigne botanico abbate D. Felice Viali, mio rispettabile collega in questa Università, aggiungeste - e non da ieri - i vostri consigli perchè non indugiassi a completare ciò che in calce alle mie Osservazioni avevo detto rimanere tuttavia da spiegarsi, alla perfetta cognizione della natura dei sali; specialmente allorchè, trasferito l'ufficio dell'insegnamento dalla matematica alla medicina, sembrava ch'io fossi tenuto - agendo attualmente quasi per la patria e per il focolare - a promuovere ciò che altrimenti, oltre il dovere, avevo iniziato, parvemi cosa indegna il non condiscendere ai tuoi comandi e il non aderire ai consigli degli amici.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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