Quindi se si applicassero, singolarmente, al senso del gusto, noi non dovremmo aspettarci che si eccitasse per esse qualche sensazione di sapore, o di acre, o di acido, o di altra cosa qualunque. Nondimeno, ciò che esse non possono singolarmente e separatamente, lo possono congiunte a vicenda in più in una molecola, quando questa sia di tale grandezza da poter efficacemente solleticare le papille del gusto o del tatto, o le fibre della retina. Perchè i composti salini si manifestano sopratutto per il loro sapore in modo tale da differenziarsi per esso dalle sostanze di altro genere, non ne segue già dunque che anche le particelle elementari saline debbano essere saporite, poichè tale proprietà non è insita nei loro aggregati se non in quanto esse sono proporzionate all'organo del gusto e intervengono le altre particelle che richiedonsi ad eccitare il senso del sapore. Onde si fa manifesto che il sapore non può costituire l'idea del sale, se noi non lo vogliamo restringere ai composti salini.
XIV. In terzo luogo, poichè gli schemi delle particelle saline sono racchiusi da superfici piane, è d'uopo che gli stessi piani si intersechino a vicenda, non due solamente, come talora separiamo mentalmente le superfici piane dai corpi, ma quattro almeno. Imperocchè, siccome nella geometria piana si ha per assioma che due rette non racchiudono uno spazio, così nella dottrina dei solidi è indubitato che, per circoscrivere un corpo solido, si richiedono non due, nè tre, ma almeno quattro piani.
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