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      Essendo la superficie una grandezza di due dimensioni e perciò abbisognando, per essere figurata, almeno di una linea di più, vale a dire di tre almeno; così, allo stesso modo, per formare un corpo, il quale è una quantità di tre dimensioni, non bastano tre superfici che lo racchiudano, ma ve ne vogliono almeno quattro, cioè una di più del numero di dimensioni del corpo. È evidente che queste superfici piane si tagliano a vicenda, poichè il corpo non si chiude al di quà della sezione. Siccome poi dalle sezioni reciproche dei piani hanno origine gli angoli, alcuni dei quali si riferiscono ai piani ed altri ai solidi, è d'uopo considerare anche questi; e, cioè, atteso che i piani tagliantisi a vicenda hanno le sezioni comuni nelle linee rette e che siffatte linee possono concorrere in qualche punto, si possono considerare in un corpo terminato da superfici piane le inclinazioni delle medesime linee, ossia gli angoli; e poichè due piani tagliantisi a vicenda hanno necessariamente qualche inclinazione reciproca, ne vien fuori un altro genere di angoli che dai geometri è detto inclinazione di piano a piano, e benchè la natura di questo si ritenga, in geometria, identica a quella dell'angolo lineare o piano, perchè questo è la misura di quello, tuttavia essi in realtà differiscono, essendo la sezione comune delle linee concorrenti il punto, e dei piani la linea. Dalla quale diversità hanno origine, in fisica, effetti diversi. Per la qual cosa non sarebbe fuori di luogo chiamare lineari gli angoli risultanti da due linee, e angoli piani, o quanto meno superficiali, quelli che risultano da due piani, e solidi quelli che risultano da più linee o piani convergenti nello stesso punto.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188