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      La predetta costanza di figure, dalla quale si arguisce la semplicità del sale, si palesa solo in quattro dei sali che furono fin qui esaminati in questo genere, cioè nel sale marino o muriatico, nel vetriolo, nell'allume di rocca, nel nitro e nelle diverse specie che vi sono di loro, essendochè noi vediamo i cristalli del sale muriatico cubici, del vetriolo parallelepipedi romboidei, dell'allume di rocca ottaedrici e del nitro prismatici, la cui base è il più delle volte esagona e l'asse o lunghezza perpendicolare alla base. Ciò è così evidente che non si può non avvertirlo nei cristalli maggiori che ci vengono dalle miniere; imperocchè la forza grandissima della liscivia che ivi si forma e si adopera per le cristallizzazioni, i vasi più ampi entro cui viene messa a condensare e l'arte usata dai fucinatori che trascorrono tutta la loro vita in questi lavori fanno sì che ne balzino fuori cristalli tersissimi e, nella loro figura, perfetti, anche di due o tre dita di diametro e talora anche di più, per modo che deve essere cieco o completamente ignaro di figure geometriche chi non determina gli schemi di tali cristalli con ogni maggiore certezza. Ciò che avviene nei predetti maggiori cristalli, questo stesso si avverte anche nei cristalli minori, che si ottengono nelle officine con l'evaporazione di poche libbre di liscivia; che anzi, se tu sciogli acconciamente nell'acqua i predetti sali e porti all'occhio, munito di microscopio(54), questa soluzione, vedrai che le figure medesime, nuotanti nel liquido, prima piccolissime, andranno poscia aumentando in grandezza; oppure, se affidi ad un vetro limpidissimo una gocciolina della soluzione medesima e la lasci disseccare lentamente, rivedrai attraverso il microscopio gli stessi schemi.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188