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      Se poi qualcuno chiedesse d'onde ha origine lo stitico sapore, manifesto nell'allume e nel vetriolo, si può rispondere, e forse non fuori di proposito, che quello deriva non tanto dagli angoli quanto dall'asperità dei piani componenti gli angoli e questo procede dalla mistura di elementi eterogenei frammisti alla sostanza salina e principalmente dalla terra e dalle particelle minerali, la cui presenza in entrambi i predetti umori condensati è fuori di ogni dubbio.
     
     
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      Guglielmini, come filosofo, appartiene al gruppo di coloro che ammettevano la teoria corpuscolare od atomistica di Democrito e di Lucrezio; egli, tanto nella Memoria del 1688, quanto, e più, in quella del 1705, lo dimostra chiaramente; era imbevuto delle idee espresse nel secolo XVII specialmente da Sebastiano Basso e da Gassendi, e le ha applicate alle particelle saline che egli studiava.
      Guglielmini, nella sua prima Memoria sulla configurazione dei sali, non ricorda mai Newton; l'opera capitale: Philosophiae naturalis principia mathematica fu pubblicata nel 1687 e la Memoria del Guglielmini nel 1688. Ricorda l'opera di Newton nella più lunga Memoria De Salibus Dissertatio del 1705.
      Volere o non volere, le idee espresse dal Guglielmini nella sua Dissertazione del 1688 e poi nella seconda del 1705 costituiscono senza dubbio la base della cristallografia. La costanza dell'angolo diedro e la uguaglianza di struttura dei cristalli e delle loro minime particelle sono concetti fondamentali.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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