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      Ad serenissimum Ferdinandum II, magnum Etruriae ducem (Florentiae 1669 e Lugd. Batav. 1679, e in francese nella Collect. Acad. Dijon, Partie étrang., t. IV). Ma lo Stenone non ne discorre così chiaramente ed in generale come il Guglielmini, e questi certamente non conosceva l'opera di Stenone.
      Stenone, celebre naturalista, nella sua grande opera: Dissertationis prodromus de solido intra solidum naturaliter consenso, Florentia 1669, che si considera come il fondamento della geologia, tratta anche della mineralogia, discorre delle doppie piramidi e del cristallo di rocca, dei cubi della pirite, degli ottaedri del diamante, delle tavolette esagonali del ferro oligisto, ecc. Egli dice che se qualche volta, su dei cristalli di uno stesso minerale, le faccette sono più o meno grandi, gli spigoli sembrano spostati, ma che nondimeno gli angoli che le faccie fanno tra esse conservano un valore costante
      (65).
      Elie de Beaumont(66), a proposito di Stenone, scrive: "Son ouvrage renferme aussi des aperçus fort justes, et très remarquables pour l'époque, sur la structure et le mode d'accroissement des coquilles et sur la strutture des crystaux de quarz et de fer oxidé et sulfuré. On pourrait certainement voir dans ces derniers un premier germe des découvertes de Haüy, ou au moins des recherches de Romé de l'Isle".
      Anche Boyle si occupò dei cristalli(67). Però nulla vi è in questo autore che possa dirsi abbia preceduto Guglielmini.
      Buffon forse non conosceva l'opera del Guglielmini, perchè ancora nel 1783, a proposito del gesso, scriveva(68):


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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