Aux descriptions et aux figures qu'il donna des formes cristallines, il joignit les résultats de la mesure mécanique de leurs principaux angles, et il fit voir (ce qui étoit un point essentiel) que ces angles étoient constants dans chaque variété
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Haüy attribuisce dunque a Romé de l'Isle la scoperta della costanza degli angoli, scoperta che indubbiamente spetta a Guglielmini, o, se si vuole, anche a Stenone.
E rispetto alla costituzione dei cristalli, cosa ammetteva l'Haüy? Egli ammetteva che i corpi cristallizzati fossero costituiti da particelle poliedriche, molecole integranti, a facce piane, le quali, variando di forma da sostanza a sostanza, rimanevano però inalterate per ognuna di esse. Queste particelle originavano i cristalli, supponendo che riunite in gruppo dessero luogo alle forme primitive che dovevano considerarsi come le forme fondamentali di ogni sostanza.
Ed in fondo questo è quanto afferma il Guglielmini quando discorre delle particelle indivisibili, delle ultime parti della materia, di quelle cioè che per niuna forza d'agente naturale ponno esser divise in particelle minori, ecc.
Si direbbe che nelle idee di Guglielmini siano incluse le idee di Frankenheim e di Bravais intorno alle cosidette molecole cristalline.
Nelle osservazioni del Guglielmini certo si scorgono le fonti delle più moderne idee sulla simmetria dei cristalli.
Io ho voluto fare il raffronto tra quanto ha scritto Guglielmini nel 1688 e 1705 e quanto ha scritto Romé de l'Isle nel 1783 per dimostrare che vi è la massima analogia, e talora identità, nei principi stabiliti dall'uno e dall'altro, ma alla distanza di un secolo.
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