Da queste figure primitive egli tira la spiegazione del fenomeno della cristallizzazione tanto mirabile per la costanza e l'uniformità con cui si eseguisce. Ognuno che sappia i grandi progressi della Cristallografia ai nostri giorni, potrà convenientemente pregiare quei tratti di luce che primi s'intromisero in un bujo felicemente poi dissipato da un illustre Ingegno Francese. L'azione dei sali presenta in seguito al Guglielmini l'occasione di far valere i principj tanto a lui cari di geometria e di meccanica: egli infatti la deduce dalle complicate proprietà del movimento che prendono le molecole primitive a motivo della diversa loro figura. Anche questa vista è sottilissima, e conduce ad una deliziosa speculazione che riesce tanto più interessante per lo spirito geometrico che l'anima e l'informa. Il suo sistema fu contraddetto da un membro dell'Accademia di Parigi, ma egli seppe difenderlo assai bene, e mantenerlo anche presso gli stranieri in durevole reputazione
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Guglielmini, dicono alcuni scrittori, scrisse(83) nel 1705 che le più piccole particelle dei sali hanno una forma determinata e costante e che la differenza fra il sal marino, il vetriolo, l'allume, il salnitro risiede nella differenza della forma delle più piccole particelle dei cristalli(84). Il che non è esatto, perchè le prime ricerche di Guglielmini sui sali risalgono al 1688.
Anche nel sunto storico che precede l'articolo Krystallographie del Fehling's Handw. d. Chemie, t. III, pag. 1161, si salta senz'altro da Euclide a Stenone ed a Romé de l'Isle.
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