Il miserando stato politico dell'Italia si faceva sentire anche in altro senso; dopo avere spogliati i nostri musei e le nostre biblioteche, gli stranieri spogliarono anche le opere dei nostri scrittori, dei nostri scienziati. Ed è da questo secolo XVII che si manifestò il plagio. L'Italia era depredata in tutto, e gli altri popoli credevansi in diritto di depredarla anche del pensiero; ma mentre le cose materiali non ritornarono e non ritornano più, le idee possono essere rubate sì, ma debbono ritornare ai possessori di prima; ed è qui che la storia fa il proprio dovere.
Così è avvenuto delle idee di Guglielmini, dimenticate od utilizzate, senza dirlo, per lungo tempo, ora tornano al loro vero posto, e Guglielmini deve essere riguardato come colui che ai suoi tempi meglio studiò i sali, e che ha dato le basi fondamentali della cristallografia. Questo mio giudizio è oggi confortato da quello di un molto distinto mineralogista inglese. Io avevo quasi finito questo mio lavoro, nel 1911, quando mi capitò sott'occhio un bel libro del Tutton(87), nel quale l'autore dice senz'altro che al Guglielmini si debbono i principî fondamentali della cristallografia.
E per maggiore chiarezza io non posso fare di meglio che riprodurre per intero il brano dell'opera del Tutton ove discorre del nostro Guglielmini:
Verso il 1600 Caesalpinus osservò che lo zucchero, il salnitro e l'allume, come pure i solfati di rame, zinco e ferro, allora conosciuti coi nomi di vetriolo bleu, bianco e verde, si separavano dalle loro soluzioni in date forme caratteristiche.
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