Vuol discorrere anche di medici, di naturalisti, di alchimisti, ecc. e fa un miscuglio veramente ridicolo. Ecco a che conduce il piano errato di un'opera! Tanto peggio quando l'autore vuol esprimere qualche giudizio sul valore relativo dei grandi uomini.
Non è parzialità evidente quella colla quale un uomo di valore come il Blainville nella sua: Histoire des sciences de l'organisation, in 3 grossi volumi (Paris 1845, vol. II, pag. 326), ove tratta appunto degli organismi vegetale ed animale, discorre del Malpighi in otto righe, mentre impiega più di trenta pagine per altri di valore minore?
Il più grande precursore di Darwin, l'autore della Filosofia zoologica (1809), è così giudicato dal Cuvier nella sua Relazione sul progresso delle scienze dal 1789 al 1826:
Lamark è all'epoca attuale colui che si è occupato delle conchiglie fossili con più perseveranza e frutto; egli ne ha fatto conoscere più centinaia di specie nuove solamente nei dintorni di Parigi
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Queste sole parole! E giustamente l'Houssay esclama: "Vi sono dei giudizi pei quali i giudici sono alla loro volta giudicati!". Per far vedere poi come talora anche i grandi uomini, per vanità, per avidità d'onorificenze, si dimostrino ingiusti anche verso i loro connazionali, e peggio poi se contemporanei, il Ceradini ricorda che il Malpighi non si dimostrò giusto verso Cesalpino relativamente all'inglese Harvey, e a pag. 369 della sua Memoria sulla circolazione del sangue ne fa vedere i motivi, diciamo così, accademici. Cose di tutti i tempi, anche attuali.
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