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      Dell'Italia invece di quel tempo, cioè attorno al 1580-1610, non si poteva proprio dire che fosse un'epoca barbara; ma insegnavamo tutto agli altri popoli.
      (11) Ancor oggi alcuni scrittori, anche di chimica, rinfacciano all'Italia la creazione di quelle immense Accademie ridicole di poetastri che pullulavano nei secoli XVII e XVIII; ma quegli scrittori non ricordano che ogni popolo, ogni nazione ha avuto qualche periodo o di ridicolo o di barbarie anche in tempi che si direbbero civili. Erano forse tempi felici per la Germania quando si tentava di bruciare quale strega anche la madre di Kepler? E l'Inghilterra non ha avuto i suoi bei tempi quando la punizione di accecare era comunissima? Quelle frasi insultanti ci sono ricordate da conferenzieri o da scrittori superficiali, che hanno essenzialmente lo scopo di solleticare il loro amor proprio nazionale, non dagli scrittori che sanno sul serio cosa è la ricerca scientifica. Leggete, ad esempio, le classiche Leçons sur la physiologie et l'anatomie comparée di Milne Edwards, e voi vedrete quale posto elevato è assegnato alla scienza italiana, con quanto amore, con quanta giustizia, e direi entusiasmo, si discorre de' nostri Grandi, anche del solo sec. XVII.
      (12) In uno scritto apposito chiarirò meglio il mio pensiero. Con le parole da me scritte più sopra non intendo affatto di diminuire in nulla il merito di Galileo; anzi, all'opposto, per quanto egli abbia avuto dei predecessori, o, come si suol dire, dei precursori, il merito suo rimane intatto.


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Domenico Guglielmini e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1914 pagine 188

   





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