Se egli avesse pensato ad applicare il calcolo allo studio di questi corpi, si sarebbe procacciato gran parte di quella gloria che venne più tardi a chiarire i nomi illustri di Romé de l'Isle, di Haüy e di altri
(Riassunto del segretario Eugenio Sismonda).
(45) Bonaventura Cavalieri (1598-1647) ci ha dato la prima idea di quantità indivisibile in geometria; idea che corrispondeva a quella di particella indivisibile della materia o atomi di Leucippo, Democrito, Epicuro e Lucrezio, poi di Bruno, Sebastiano Basso e Gassendi (1592-1655). È l'idea dell'infinitamente piccolo che si avanza come poco prima, e contemporaneamente l'idea dell'infinitamente grande, con Bruno e Galileo.
Il metodo detto degli indivisibili, scoperto dal Cavalieri, trovasi nella sua opera: Geometria indivisibilibus continuorum nova quodam ratione promota (1635) e che perfezionò poi nelle sue Exercitationes geometricae (1647) (V. J. Boyer, Hist. des Mathématiques, 1900, pag. 122).
(46) Ma la traduzione del De rerum naturae fu pubblicata solamente dopo la morte del traduttore, perchè da questi fu prima offerta e dedicata al granduca Cosimo, il quale però la rifiutò, visti i principi antireligiosi del poeta romano. Fu pubblicata la prima volta a Londra dal Rolli, col titolo: Di Tito Lucrezio Caro, Della natura delle cose, libri sei, tradotti da Alessandro Marchetti, 1a ed. Londra, per Giovanni Rickard, 1717, in-8°.
(47) È una magnifica descrizione della cristallizzazione dell'allume (I. G.).
(48) Qui si ha il primo accenno alla costanza dell'inclinazione dei piani o della costanza dell'angolo (I. G.).
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