Si iniziò allora quella lotta scientifica fra Proust e Berthollet, che condusse alla vittoria finale di Proust ed al riconoscimento della legge delle proporzioni fisse, costanti.
Questa questione io ho ampiamente trattata nel mio lavoro: La Chimica in Italia dal 1750 al 1800, parte II, in Supplem. Ann., 1910, pag. 348 e seguenti.
Ma venne la grande scoperta della pila di Volta, e l'indirizzo della chimica in pochi anni non solo cambiò quasi completamente, ma questa scoperta diede una grande spinta ad un maggiore sviluppo, a numerosi lavori. Col 1800 si apre quel magnifico decennio (1800-1811) che doveva dar principio a quasi tutti i rami della chimica (chimica organica, zoochimica, chimica mineralogica, chimica fisica, teoria atomica), nel quale Dalton, Berzelius, Davy, Gay-Lussac ed Avogadro hanno avuto la parte preponderante.
Nel 1800 Carlisle e Nicholson(13) decompongono l'acqua colla corrente elettrica in ossigeno e idrogeno. Volta esultò all'annunzio di questa scoperta, fatta col suo strumento. Questo è il primo grande fatto, dopo la scoperta della pila, che apre l'era dell'elettrochimica.
Poco dopo Hisinger e Berzelius(14) pubblicano un grande lavoro sulla decomposizione dei corpi per l'azione della corrente, in ispecie sulle soluzioni saline, sull'ammoniaca e sull'acido solforico; essi ne concludono che i corpi, relativamente alla corrente elettrica, si possono distinguere in due gruppi: l'idrogeno, i metalli, gli ossidi, gli alcali e le terre, che si portano al polo negativo, mentre l'ossigeno e gli acidi vanno al polo positivo (1a legge dell'elettrolisi). Inoltre essi trovarono un rapporto fra la quantità di elettricità passata nel circuito e la quantità di sostanze messe in libertà e le loro reciproche affinità. Più un liquido è cattivo conduttore dell'elettricità, più esso è difficile da decomporre.
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