Le scoperte di Lavoisier e di Davy non erano passate ancora nell'insegnamento. Quantunque l'ossigeno fosse già conosciuto, il flogisto, l'aria del fuoco, aveva ancora la sua parte; il cloro era ancora acido muriatico ossigenato, la potassa e la calce, elementi. Gli animali vertebrati si confondevano ancora cogli insetti e coi vermi, e in botanica si contavano gli stami".
Io mi ricordo, scrive Liebig, che ancora verso il 1820, il professore Wurzer, che occupava la cattedra di chimica all'Università di Marburg, mi mostrava un cassetto in legno che aveva la proprietà di produrre del mercurio, ogni tre mesi. Egli possedeva pure un apparecchio il cui pezzo principale era un lungo tubo in terra da pipa, per mezzo del quale egli convertiva facilmente l'ossigeno in azoto
, ecc.
Ma l'esposizione fatta da Liebig, in questa sua autobiografia, dello stato della chimica in Germania era forse un poco esagerata. Se la cultura chimica generale era piuttosto bassa, è pur vero che allora o poco prima la Germania aveva Klaproth, Wenzel, Richter, Leopoldo Gmelin, Fr. Gmelin, Döbereiner, Mitscherlich (cominciò nel 1818), Bucholz, Trommsdorff, Runge, Sertürner ed altri che è inutile enumerare. Certamente, nello sviluppo della chimica anche in Germania, e direi specialmente anzi in quel paese, l'influenza di Berzelius si è fatta molto sentire.
Per scorgere già ad occhio il grande progresso della chimica dopo il 1810 e specialmente dopo il 1820 basta esaminare i Jahresberichte di Berzelius; il primo volume, pubblicato nel 1822 e che raccoglie i lavori di chimica, e può dirsi anche delle scienze fisiche, pubblicati nel 1821, consta di 125 pagine, il volume del Jahresb. pel 1846, cioè dopo 25 anni, è già di 926 pagine!
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