A proposito del campione che voi m'avete inviato e segnato con ? io vi racconterò la storiella seguente. Vi era una volta nel lontano Nord una fata, bella ed amabile, la fata Wanadis. Un giorno si bussò alla sua porta, ma la dea, indolente, pensò: Bah! si può ancora riposare un poco, e non intese più nulla se non dei passi che si allontanavano. Curiosa, come tutte le fate, volle sapere chi era il viaggiatore che era stato tanto indifferente di entrare o di restare sulla porta; s'affacciò alla finestra e lo vide ancora che si allontanava. Guarda, disse tra sè, è l'amico Wöhler. Ebbene! tanto peggio per lui se egli non desidera entrare. Dopo alcuni giorni si bussò di nuovo alla porta, ma più energicamente e a più riprese. La fata andò essa stessa ad aprire; era l'amico Sefström il quale entrò, e la conseguenza di questa visita fu la nascita del Vanadio. Il vostro campione segnato ? è infatti dell'ossido di vanadio.
Ma colui che ha trovato la sintesi di un corpo organico (l'urea) può ben consolarsi di non aver trovato un nuovo metallo: e la scoperta di dieci elementi ignoti non dimostrerebbe più talento che non ne esiga un lavoro così magistrale come quello che con Liebig voi avete eseguito e di recente fatto conoscere al mondo scientifico
. Voleva dire il radicale benzoile.
Quanta gentilezza del maestro verso l'antico allievo!
Oggi in mezzo al tumulto delle passioni scatenate nella guerra attuale, si sente più profondamente il senso di bontà e di amore elevato per la scienza che sgorgava da nobili cuori quale quello di Wöhler verso il suo maestro Berzelius.
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