Ma quanta nobiltà d'animo nel maestro! Mai una parola offensiva anche quando l'allievo non condivideva in tutto le idee del maestro.
Berzelius ed i chimici italiani. - I chimici italiani tenuti da Berzelius in maggiore considerazione e che più apprezzava, erano Berthollet, Malaguti, Fr. Selmi, Piria, Poggiale(66).
Egli riconobbe subito assai importante il lavoro di Piria sulla salicina(67) e specialmente il fatto che la salicina colla sinaptasi delle mandorle si divide in glucosio e saligenina. Tenne pure in grande considerazione i lavori di Fr. Selmi sul latte, ecc., ecc.
Berzelius conobbe personalmente Malaguti a Parigi nel 1835; allora il Malaguti aveva pubblicato pochi lavori e di secondaria importanza, eppure il Berzelius, a proposito del lavoro sul tunsteno, scriveva a Wöhler da Parigi il 29 agosto 1835: "Malaguti, che è ora presso Brongniart a Sèvres, mi pare prometta di diventare un buon chimico".
Il Berzelius teneva in alta considerazione le ricerche di Malaguti sugli eteri, e nel Rapp. Ann., 1840, pag. 270, scriveva: "Les résultats auxquels il est arrivé appartiennent au nombre des productions les plus intéressantes de l'année". Ed a pag. 281: "Le esperienze che abbiamo esaminato sono di un'alta importanza per la teoria della chimica organica e Dumas le considera come il trionfo della teoria delle sostituzioni".
Berzelius però, mentre come chimico lodava il lavoro di Malaguti, combatteva queste ricerche dal lato teorico, perchè non potevansi spiegare colla teoria elettrochimica o si spiegavano in modo contorto (si vegga più avanti: Berzelius e la teoria delle sostituzioni, nel cap.
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