E poco tempo dopo invece divenne il suo più fiero nemico!
In una lettera, quasi dello stesso giorno, al Berzelius il Liebig si scaglia contro Dumas ed i Francesi in modo sconveniente; il 17 maggio 1814 scriveva: "Mio caro e stimatissimo amico, credo che avrai ricevuto la Memoria del peso atomico del carbonio. Domani ti spedirò un'aggiunta alla Memoria di Dumas, colla quale credo di evitare la polemica. È strano. Erdmann mi scrisse il risultato delle ricerche fatte con Marchand sulla combustione del diamante; io gli risposi che non vi credevo, parendomi impossibile non sbagliare neppure di un milligramma quando se ne hanno 140.000 sulla bilancia. Le esperienze mi sembrano fondate su una illusione; essi pesavano (come Dumas) i loro diamanti e la grafite, poi calcolavano secondo il peso atomico 76,4 e secondo 75 la quantità di carbonio che avrebbero dovuto ottenere; pesando a questo modo, si trova il peso che si vuole. La mia critica, per quanto riguarda Dumas, è in forma assai mite, ma spero tuttavia che penetrerà oltre la pelle. È un vero imbroglione, come quasi tutti i Francesi; io, per parte mia, non li posso più soffrire; provo un vero disgusto quando leggo le loro Memorie. Sempre la persona e solo l'io, mai i fatti e la scienza.....".
Da questa lettera si potrebbe quasi indurre la poca schiettezza dell'animo di Liebig, perché egli già a causa della catalisi manifestava sentimenti poco generosi verso Berzelius. Si legga la lettera di Wöhler a Liebig in data 30 maggio 1837 (vedasi cap.
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