Tutti i Congressi di chimica tenuti in questi ultimi trent'anni, nazionali ed internazionali, si sono chiamati: Congressi di chimica applicata, mai col più semplice e generale nome di: Congressi di chimica, quale fu, ad esempio, il celebre Congresso di Carlsruhe nel 1860, che segna una epoca nella storia della nostra scienza.
Dunque? Dunque rifugiamoci nella nostra coscienza e diciamo che, più o meno, tutti i popoli sono colpevoli. Ma la più grande colpa è poi sempre quella di non voler dire la verità.
In tutta l'immensa opera scientifica di Berzelius io non ho trovato la parola applicazione se non in quei casi in cui la chimica viene applicata in sussidio di altre scienze come la mineralogia, la geologia, la zoochimica, ecc., e anche in questi casi con molta cautela e parsimonia.
Berzelius ha avuto non molti allievi, ma di grande valore, di primo ordine, i principali dei quali poco o nulla pensarono alle applicazioni materialistiche della scienza; e basti ricordare Wöhler, Mitscherlich, H. e G.. Rose, Magnus.
Liebig invece ebbe un maggior numero di allievi; il laboratorio di Giessen, da lui fondato nel 1826, fu una vera sorgente di chimici, taluni grandi quali Hofmann e Kekulé, ma di qui cominciano ad uscire dal laboratorio scientifico anche quei chimici che dovevano promuovere l'eccessiva applicazione, arrivata al massimo grado in questi ultimi quarant'anni.
Anche l'esagerazione degli esercizi pratici negli Istituti scientifici universitari fu di danno alla vera intellettualità. Una delle cause della decadenza della scienza pura io la trovo nell'eccessivo tecnicismo; in alcune mie vecchie note, del 1896, trovo le parole seguenti: "È indubitato che ora si esagera nell'importanza delle esercitazioni pratiche, come si esagera nelle esercitazioni corporali.
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