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      Si incitava la gioventù allo studio unicamente per riuscire a far carriera, a farsi, come si suol dire, una posizione; mai si parlava di ideale scientifico, sempre si discorreva, e si discorre, di interesse, mai di disinteresse.
      Insisto sulla parola disinteresse perchè purtroppo la gran nota che si faceva udire ai giovani appena entrati nella vita, era il guadagno. Si eccitava la gioventù a seguire una professione piuttostochè un'altra, non a seconda della particolare inclinazione, ma a seconda che fosse più lucrosa, e lucrosa subito, appena laureati. Non sono molti anni che uno scrittore di cose economiche, uomo di Governo, e di cui ora non rammento il nome, scrisse un articolo nella Nuova Antologia in cui metteva alla pari delle professioni più comuni e umili anche l'insegnamento, e non si peritò di affermare: "...anche per l'insegnamento le prospettive non sono più larghe, ed esso si adatta di più ai temperamenti privi di forte spirito di iniziativa, amanti del queto vivere, ma animati da un alto senso morale della disciplina e del dovere".
      Ecco quali sono gli incitamenti, gli incoraggiamenti alla ricerca scientifica, alla ricerca del vero! Mai si parla di ideale del sapere! L'ideale del sapere, e l'amore di istruire gli altri, si chiamano: queto vivere!
      Tutto ciò che ho detto sembrerà di poca importanza, ma collegato col rimanente della vita sociale assai criticabile sotto altri aspetti, ne ha invece molta, perchè tutto comprova come nella umanità vi sia molta finzione, molta vanità, molta falsità. Tutti quei sentimenti e virtù che noi chiamiamo i più nobili: onestà, verità, bontà, ecc., dove sono?


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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