6) Che la quantità assoluta di decomposizione è in ragione della quantità d'elettricità.
7) Che più un liquido è cattivo conduttore dell'elettricità e più è difficile da decomporre.
Questo lavoro fu subito riassunto nei principali Trattati del tempo.
H. Davy, nella sua Memoria: Su alcuni effetti chimici dell'elettricità, letta alla Società Reale di Londra il 20 novembre 1806(228), generalizzò le esperienze di Berzelius e Hisinger, e confermò che l'idrogeno, gli alcali, i metalli e certi ossidi metallici sono attratti al polo positivo. Fece vedere i rapporti che esistono fra le forze elettriche dei corpi e le loro affinità chimiche ed affermò che l'affinità chimica consiste nell'energia dei poteri elettrici opposti; ammise che i corpi che più avevano affinità chimiche gli uni per gli altri si trovavano in stato elettrico opposto e che è in causa di queste tensioni elettriche opposte che essi si combinano e che l'energia di questa combinazione misura l'affinità ed è proporzionale al grado delle tensioni. Egli ammise che la forza che presiede alle alterazioni ed alle repulsioni elettriche è anche quella che regge le reazioni chimiche.
Per queste ricerche Davy ebbe il premio dell'Institut de France, fondato da Napoleone I (di 50.000 franchi), pei progressi dell'elettricità, Ma è per me fuori di dubbio che le ricerche di Berzelius e Hisinger furono il filo conduttore delle ricerche di Davy(229).
I migliori chimici del tempo, e fra questi Th. Thomson, rilevarono subito l'importanza della scoperta di Berzelius ed Hisinger, ed invero il Thomson, nella 5a ediz. del suo Système de Chimie, vol.
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