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      Si suppose che l'elettricità fosse un movimento di vibrazione dei corpi, analogo a quello prodotto dal suono; si disse ch'essa era una forza primitiva inerente ai corpi, ecc., ma niuna di queste ipotesi ne chiarì meglio la sua natura, e furono tutte in qualche parte difettose: si potè conoscere non essere questa la vera maniera di rappresentarsi un agente tanto considerevole.
      Ogni azione chimica è dunque da principio un fenomeno elettrico dipendente dalla polarità elettrica degli atomi
      .
      Anche la combustione era per Berzelius un fenomeno elettrico e nel 1819 scriveva(237): "Nello stato attuale delle nostre conoscenze, la spiegazione più probabile della combustione e dell'ignizione che n'è l'effetto, sta in ciò: che in ogni combinazione chimica, vi ha neutralizzazione delle elettricità opposte, e che questa neutralizzazione produce il fuoco nello stesso modo ch'essa lo produce nelle scariche della bottiglia elettrica, della pila elettrica e del fulmine, senza essere accoppiata, negli ultimi fenomeni, d'una combinazione chimica".
      Il Faraday considerava molto buona quest'idea di Berzelius riguardo la teoria elettrochimica dell'affinità, che cioè la luce ed il calore sviluppato nell'energica combinazione siano una conseguenza della scarica elettrica avvenuta nel momento di combinarsi. "L'idea è in perfetta concordanza (dice Faraday) con ciò che io ho ammesso della quantità di elettricità associata alle particelle o atomi di materia"(238).
      Già nelle prime edizioni del suo classico Traité tratta estesamente della elettricità. Egli non sa concepire un atomo, una minima particella d'un corpo senza elettricità. Nel suo Traité del 1827, pag.


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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