Ed il Nerust giustamente, nel suo Traité de Chim. Génér., trad. franc., 1911, vol. I, pag. 325, scrive: "L'esistenza di un contrasto polare nell'azione chimica reciproca è dunque indubbia ed appare sotto un aspetto più luminoso nei fenomeni d'elettrolisi, ove i rappresentanti del primo gruppo (positivo) vanno al catodo e quelli del secondo gruppo (negativo) all'anodo; la scoperta di questi fenomeni condusse Davy, e specialmente Berzelius (1810), a stabilire la teoria elettrochimica; Berzelius faceva di questo dualismo evidente dell'affinità reciproca, la guida conduttrice in ogni ricerca chimica e spiegava questo contrasto polare con quello delle cariche elettrostatiche positive e negative".
Il concetto di elettroaffinità, quale era nella mente di Berzelius, può essere accettato ancora oggi, tanto più che vi è tendenza ad identificare l'elettricità e la materia. Volere o non volere, la concezione fondamentale di Berzelius è conciliabile coi principi dell'elettrochimica attuale(243).
Ed anche recentemente non si discute intorno al concetto elettronico della valenza, e delle valenze positive o negative?(244).
Il Berzelius, anche negli ultimi anni della sua vita, dimostrava di tenere in gran pregio il suo concetto elettrochimico; prevedeva che la elettricità doveva vincere qualunque altra ipotesi. Nel suo Traité de Chimie, ultima edizione, 1845, t. I, pag. 113, scrive:
En 1802, je fis voir, avec Hisinger, que cette décomposition s'opère d'après des lois déterminées, que les corps combustibles et les bases salifiables se rendent au côté négatif, et l'oxygène et les acides au côté positif.
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