In ciascuna combinazione, scrive il Wurtz, Berzelius distingue due elementi la cui opposizione è marcata dalla natura del fluido che vi predomina, ma che sono giustapposti e mantenuti per l'attrazione delle due elettricità di senso contrario. Nella decomposizione colla pila, questa attrazione è vinta dall'attrazione più forte che dirige ciascun elemento verso il polo di nome contrario. Questa teoria si applicava facilmente ai composti semplici della chimica inorganica, ma fu impossibile applicarla ai composti organici di natura più complessa. Infatti, nei corpi che contengono carbonio, idrogeno, cloro, ossigeno, se i due primi elementi formano, come ammetteva Berzelius, il radicale elettropositivo, due elementi elettronegativi, il cloro e l'ossigeno dovevano spartirsi, come si direbbe, tra questo radicale, e questo spartimento era indicato nelle formole dualistiche spesso diffuse e complesse, ove l'ipotesi invece di piegarsi ai fatti vi si sostituiva arbitrariamente. La teoria elettrochimica di Berzelius perì per le sue esagerazioni
. Ma il Wurtz ha ragione solamente in parte. Perchè anche nei composti organici che sono elettroliti l'ipotesi dualistica del Berzelius si applica ancora oggi.
Il grande concetto berzeliano di considerare sotto un unico punto di vista dualistico tanto i composti inorganici quanto gli organici, rimane.
Rispetto agli acidi organici il Berzelius ci diede il primo metodo per determinare il peso molecolare o l'equivalente, dopo averne determinata la composizione elementare (1814); questo metodo consiste nel determinare le quantità rispettive di questi acidi che si combinano con un equivalente di ossido di piombo o di ossido di argento.
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