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      C14H5O2;
      Benzoile
     
      C14H5O2.H;
      Idruro di benzoile
     
      C14H5O2.Cl;
      Cloruro di benzoile
     
      C14H5O2.O + HO;
      Acido benzoico idratoecc., ecc,
      Questo lavoro condusse Berzelius alla prima idea di considerare l'etere come l'ossido di un radicale(313) e lo scrisse con C4H10 + O.
      La teoria vera dei radicali nacque quando Berzelius, in una lettera a Liebig nel 1833(314), fa un giusto parallelo fra le sostanze inorganiche e le organiche. Egli osserva che come l'acido cianico e l'acido cianidrico sono considerati come ossido e idruro del cianogeno CN.O e CN + H, così deve ammettersi per l'alcol e gli eteri. All'etere dà la formola C4H10.O. Egli dice inoltre che gli eteri degli idracidi si possono considerare come cloruri, bromuri, joduri del medesimo radicale e quindi C4H10 + Cl2, ecc., e che gli eteri degli acidi inorganici ossigenati si possono considerare come sali dello stesso radicale; ad es.: l'etere nitrico C4H10O + N2O5(315).
      Liebig, in una lettera a Berzelius (26 novembre 1833), adotta subito le nuove vedute di Berzelius sulla composizione teorica (ora diremmo costituzione) dell'etere C2H5 + O e va più in là facendo ben notare i rapporti fra l'alcol e l'etere; se l'etere è l'ossido del radicale, egli dice, l'alcol è il suo idrato:
     
      C2H5 + O;
      EtereC2H5 + O + HO.
      Alcol
     
      Liebig diede al radicale C2H5 di Berzelius il nome di etile (da aither, etere, e ule, sostanza), e da ciò i nomi di ossido di etile all'etere, e di idrato d'ossido di etile all'alcol, che furono subito adottati dal Berzelius, e quindi le denominazioni seguenti:


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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