L'attività colla quale la chimica vegetale tende ora a svilupparsi doveva necessariamente condurre a delle vedute differenti e assolutamente contraddittorie sulla natura della composizione e degli atomi organici e del loro assettamento.
Egli è certo che noi non possiamo determinare la giustaposizione relativa degli atomi; ma è ugualmente pressochè così positivo che in ciascun corpo l'assettamento molecolare deve essere particolare, senza di che questi corpi non avrebbero le proprietà che li distinguono. Sino a che gli atomi semplici si trovano giustapposti, gli atomi composti non contengono verosimilmente nulla dei corpi composti, per la combinazione dei quali essi stessi sono stati formati, nulla nemmeno di quelli nei quali essi potevano essere decomposti dagli agenti chimici. Egli è sull'assettamento relativo degli atomi che si fonda la possibilità d'isolare questi corpi composti od anche di formarne e separarne, in certe circostanze, per la sostituzione di altri corpi, dei nuovi corpi. Sino a che noi possiamo separare degli atomi più composti, i differenti corpi più semplici per la combinazione dei quali essi sono stati formati, oppure sino a che noi possiamo sostituire questi corpi con una quantità equivalente di altri, noi siamo sino ad un certo punto in diritto di considerarli come le parti costituenti dei corpi più composti. Ma se d'altra parte è possibile che per una qualche combinazione di corpi composti se ne formi uno nuovo, di cui noi non possiamo nè separare queste parti costituenti composte, nè sostituirne una parte qualunque, con un equivalente, noi abbiamo altrettanto ragione di credere che la causa sia dovuta ad uno spostamento relativo degli atomi elementari, che avrebbe luogo al momento della combinazione.
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