Nei suoi Rapp. Ann., 1843 e 1844, ritorna spesso sull'allotropia. Nel Rapp. Ann., 1843, p. 28, egli dice: "Ho ricordato alcune combinazioni di solfo e fosforo che sembrano confermare una mia supposizione sulle proprietà delle modificazioni allotropiche dei corpi semplici di persistere nelle combinazioni di questi ultimi con altri corpi e di determinare in questa maniera delle modificazioni isomere"(347). Sviluppa ampiamente quest'idea nel Rapp. Ann., 1844, p. 18, ove riassume il suo lavoro, pubblicato nel Kongliga Vetenskap's Akademien's Handlingar, 1843, pag. 1, e Pogg. Ann., 1844, t. LXI pag. 1. E termina colle parole seguenti:
Egli è impossibile rendersi conto della causa della differenza dei corpi semplici, secondo il loro stato allotropico, benchè noi possiamo determinare le proprietà che possiede ognuno degli stati. Risiederebbe forse in un aggruppamento particolare degli atomi di corpi semplici, in modo, per esempio, che 2, 3 o più atomi si riunirebbero per formare dei gruppi di atomi che terrebbero l'ufficio di uno solo, come ciò sembra essere il caso del solfo? O, in una polarità elettrica modificata o fissata sino ad un certo punto come lo fanno credere gli stati menzionati più in alto? Le nostre conoscenze attuali non ci permettono di rispondere a queste questioni
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Fu a proposito delle ricerche di Frankenheim sulle diverse varietà di solfo, che egli creò il nome di allotropia e che raccolse in un concetto generale i diversi elementi che esistono in stati diversi:
Io ricorderò in questo caso che la parola isomeria che designa dei corpi differenti composti dello stesso numero di atomi, degli stessi elementi, non può essere impiegata per designare la causa delle dissomiglianze nelle proprietà, quali si riscontrano nello solfo, nel carbone, nel silicio e forse in più altri corpi.
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