Invece Berzelius pensava che dovesse essere identico all'ossigeno che agisce come ossidante nell'acqua ossigenata. "Nel momento attuale, scriveva nel Rapp. Ann., 1847, pag. 188, non esiste forse nessuna ricerca chimica così importante e necessaria quanto la storia scientifica dell'ozono".
Sull'ozono il Berzelius non ha fatto, io credo, delle ricerche sperimentali, ma ne ha attentamente seguita la scoperta e le sue conseguenze e ne ha fatto uno studio critico molto importante, come risulta anche dalla corrispondenza Berzelius-Schönbein, pubblicata nelle Monographien f. Chemie del Kahlbaum. A lui interessava specialmente per la questione dell'allotropia.
Nel suo Rapp. Ann., 1846, ha scritto un articolo riassuntivo critico che può riguardarsi come una Memoria originale, ed infatti come tale fu inserito nel Journ. f. pr. Chem., t. XL, pag. 242. Dopo esposte le belle ricerche di De la Rive, Marignac ed altri, scrive (loc. M., pag. 34):
Noi siamo dunque giunti a questo risultato importante: che l'ozono non è un corpo semplice particolare, nè un composto sconosciuto di due elementi, ma bensì dell'ossigeno in una modificazione allotropica differente da quella che presenta l'ossigeno ordinario dell'aria o quale si ottiene nella sua preparazione chimica. La conoscenza delle modificazioni allotropiche dei corpi semplici si è arricchita con ciò di un esempio rimarchevolissimo. Come abbiamo fatto per altri corpi, noi possiamo rappresentare queste modificazioni dell'ossigeno coi simboli O alfa e O beta.
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