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      È dunque provato che molte sostanze, semplici o composte, solide o sciolte, possiedono la proprietà di esercitare su corpi composti un'influenza essenzialmente distinta dall'affinità chimica, influenza che consiste nel produrre uno spostamento e un adattamento diverso dei loro elementi, senza parteciparvi direttamente o necessariamente, ad eccezione di alcuni casi speciali. Certo, una forza tale capace di operare reazioni chimiche nella natura inorganica, come nei corpi organizzati, per quanto troppo poco nota ancora per poter essere ben spiegata, deve avere in natura una parte assai più importante di quanto si sia supposto fin qui. Definendola come una forza nuova, io non intendo negare che esista una certa relazione fra essa e i rapporti elettrochimici della materia; sono, invece, dispostissimo a riconoscervi una manifestazione affatto particolare di questi stessi rapporti. Tuttavia, finchè non avremo penetrato la natura reale di questa forza, sarà più semplice, per le nostre future ricerche, considerarla come indipendente e darle, per facilità di comprensione, un nome particolare. Io la chiamerò quindi, seguendo una etimologia ben nota in chimica, la forza catalitica dei corpi, e catalisi la decomposizione che essa determina, nello stesso modo che si è chiamata analisi la separazione degli elementi di un corpo per mezzo delle affinità chimiche ordinarie. Questa forza pare consistere in una facoltà dei corpi di svegliare colla loro semplice presenza, senza parteciparvi chimicamente, certe attività che, a tale temperatura, resterebbero inattive, in modo da determinare, in conseguenza di una nuova disposizione degli elementi del composto, un nuovo stato di perfetta neutralizzazione elettrochimica.


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398