Mitscherlich, verso il 1835, studiava la formazione dell'etere e si avvide che con poco acido solforico si poteva eterificare molto alcol. Egli ci diede cioè il metodo detto poi di eterificazione continua. Ed il Berzelius, nel render conto di questo lavoro di Mitscherlich, che fu quello determinante a creare il nome di forza catalitica, scrisse quanto segue(355):
Mitscherlich ha mostrato che la forza catalitica dell'acido solforico è aumentata per la sua concentrazione e l'innalzamento della temperatura; così impiegando nella preparazione del gas etilene (oleofacente) 1 p. di alcol anidro e 4 p. di acido solforico, l'alcol è decomposto in parte in gas etilene e acqua, in parte in olio di vino e acqua, e infine in parte in etere e acqua. Se si raccoglie il gas etilene in un recipiente raffreddato, vi si condensa continuamente dell'olio di vino e dell'acqua, il che prova che questo effetto catalitico non è dovuto ad una affinità dell'acido solforico per l'acqua. Ma nel mentre che una parte dell'acido solforico esercita queste azioni, se ne decompone una parte, si sviluppa del gas solforoso e si separa del carbone. Qui sarebbe il caso di dire che si forma dell'acqua per ossidazione dell'idrogeno a spese dell'ossigeno dell'acido. Ma se questa reazione fosse la sola, l'acido solforico dovrebbe trattenere l'acqua, e la reazione cesserebbe, come pure lo sviluppo del gas solforoso e la separazione del carbone.
Mitscherlich confronta quest'azione dell'acido solforico con quella del platino e del manganese sul perossido d'idrogeno, con quella del fermento sullo zucchero e infine colla trasformazione dell'acido in zucchero per mezzo dell'acido solforico.
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Berzelius Mitscherlich
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