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      Per distinguerla dalle azioni chimiche ordinarie, egli la denomina: decomposizione e combinazione per contatto. Benchè da un lato questa denominazione sia convenientissima, essa però contiene del vago, perchè tutte le combinazioni e separazioni, effettuate dall'affinità elettiva tra i corpi, esigono egualmente che questi corpi si trovino in contatto gli uni cogli altri
      .
      Berzelius, nello stesso Rapp. Ann., pag. 197 e 198, tiene in poca considerazione un lavoro analogo di Liebig sull'eterificazione.
      Il Berzelius si compiaceva molto dei lavori che confermavano le sue idee sulla catalisi. Nel Rapp. Ann., 1844, pag. 16, scriveva:
      Le opinioni sulla forza catalitica sono sempre assai disparate. Mentre alcuni chimici si sforzano di dedurre da certi fatti chimici delle prove contro la sua esistenza(356), altri si applicano al contrario a stabilire delle nuove prove degli effetti di questa forza. Tra questi ultimi sono Reiset e Millon(357), che si sono occupati di molti fenomeni chimici dovuti a questa forza. Essi hanno fatto un confronto fra la spugna di platino, la pomice e la polvere di carbone. Si sa che l'ossido di manganese e l'ossido di rame sviluppano dell'ossigeno dal cromato potassico a una temperatura alla quale il sale solo non subisce decomposizione, e che l'acido silicico non esercita la minima influenza. Le loro esperienze provano che la spugna di platino e la pomice decompongono il sale tanto facilmente quanto l'ossido manganico
      .
      E così prosegue, citando altre numerose esperienze di Reiset e Millon.


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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